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Meno cose, meno fatica

Questo weekend mia figlia ha riordinato la sua cameretta per fare spazio ai libri e agli strumenti didattici che dovrà usare ora che è in prima media.
Fra le molte bambole e giocattoli che non usa più, ha eliminato anche un oggetto che era sopravvissuto al mio primo declutter.

Si trattava di un souvenir delle Mauritius che lei stessa mi aveva impedito di buttare, innamorata dei colori e delle forme di quelle conchiglie esotiche.
Non sono mai stata alle Mauritius in vita mia e non ero legata a quel ricordo né in bene né in male, ma lo ero, e lo sono tuttora, sono alla persona che me lo aveva portato.

Mi figlia, pulendo le mensole, era giunta alla mia stessa conclusione: quell'oggetto rappresentava solo altro spazio occupato e altra polvere da levare; così ha scartato il souvenir, che per lei non era nemmeno un ricordo.




Anche in Italia si sta diffondendo il minimalismo, una esaltazione dello space clearing tesa a liberarsi di tutto tranne che del'indispensabile.
Nel mio declutter non voglio arrivare a simili estremi, ma poiché questa serie è rivolta all'eliminazione del clutter allo scopo di limitare lo stress, ne voglio parlare.
Inoltre ammiro davvero chi riesce a seguire lo stile di vita minimalista.

Recentemente mi è capitato di essere invitata ad una serata di presentazione per un corso di mindfulness. La serata si svolgeva in una sala da meditazione piccola, ma molto bella. Posso descriverla nei particolari, perché la prima parte della serata consisteva proprio nell'osservazione dell'ambiente.
La stanza aveva i colori della sabbia, il pavimento era coperto da una soffice moquette su cui eravamo seduti e le pareti erano di un caldo, ma chiaro color crema. Apparentemente quadrata, i muri presentavano delle rientranzeche non toglievano comunque l'impressione di vuoto e regolarità data dall'assenza di qualsiasi arredo.
Gli unici confort erano dei cuscini da meditazione scuri, di forma cilindrica e negli angoli erano stati disposti ad intervalli regolari alcuni faretti di ceramica che, rivolti al soffitto, illuminavano la stanza di luce indiretta.
La presentazione durò un'ora e mezza durante la quale sperimentammo una parte di pratica mindfulness. Al termine ci sentivamo bene, personalmente provai una gradevole sensazione di rilassamento e appagamento. Mi resi conto che molto di quel benessere era dovuto alla stanza e al suo arredo, o meglio, all'assenza totale di oggetti che non mi avevano distratto da quella che era la prima esperienza di meditazione guidata.

Quella serata mi aveva dimostrato ciò che tento di spiegare su questo blog da qualche anno: una eccessiva quantità di oggetti genera distrazione, confusione di pensieri, stress, incapacità di concentrazione. 
Ovviamente chi pratica la mindfulness è in grado di farlo anche in ambienti molto disturbanti, ma nel caso di un compito impegnativo come il lavoro o lo studio, un ambiente "pulito" aiuta davvero tanto.

Nell'infografica ho voluto rappresentare i vantaggi del declutter, che ci permette proprio di avere un ambiente ordinato ed organizzato.



Nell'articolo precedente avevo proposto un esercizio molto semplice: individuare le cinque cose che non vanno in casa nostra, quelle che ci danno davvero fastidio, siano stanze, zone, ripiani, armadi e così via.
Alla luce di quanto detto sopra, chiediamoci se quelle zone sono troppo ingombre di roba. 

Potremmo ridurre il numero di oggetti che le popolano?
Vi sono oggetti inutilizzati, rotti o che non servono più?

Proveremmo ancora fastidio se riuscissimo a trasformarle in zone più vuote?

Ecco quindi il compito di oggi: procurati un grosso sacco o una scatola e imposta un timer a 20 minuti. Seleziona poi tutti gli oggetti rotti, inutili o che ti infastidiscono nel primo luogo che hai segnato nella tua lista.
Procedi velocemente e senza pensarci troppo, perché venti minuti volano.
Elimina gli oggetti selezionati spostandoli nel sacchetto o scatola, riordina velocemente la zona o l'ambiente del punto 1 e riponi il sacco o la scatola in un luogo nascosto.
Fra qualche giorno scoprirai cosa fare di quel sacchetto.

Ora la zona come ti sembra?
Ti infastidisce allo stesso modo di prima?

Eppure sono bastati pochi minuti per cambiare le sensazioni che ti dà.


A volte però, la semplice volontà di eliminare oggetti non basta.
Anche tralasciando il caso di suppellettili inutili a cui però siamo emotivamente legati, vi è una inerzia naturale a lasciare tutto com'è.
Il primo punto della mia lista era il tavolo della cucina. Lo odio, perché malgrado lo riordini spessissimo, è sempre ingombro di cose che con la cucina non c'entrano nulla.
In casa chi non sa dove appoggiare qualcosa lo mette sul tavolo della cucina: vi lascio immaginare che assortimento di oggetti vi sia.

Quel tavolo, come un paio di altri luoghi in casa, rappresenta per me la mancanza di attenzione e collaborazione dei miei familiari.
Per questo motivo genera in me un tale fastidio.

E frustrazione.

Sono certa che anche nella tua lista vi sono un paio di punti così.

Eppure ricordo bene che quando mi occupai di quel tavolo, restò in ordine per davvero moltissimo tempo.
Ci si poteva fare colazione e i bambini vi si sedevano a fare i compiti mentre cucinavo. Rimase in ordine davvero per molti mesi.

Così ieri ho acquistato un bel portafrutta in rame: mi serviva una motivazione per eseguire il mio compito da 20 minuti e rendere il tavolo di nuovo bello e funzionale.
Le cianfrusaglie sono tutte in una scatola da scarpe che ho spostato nel ripostiglio. Dentro ci sono blocchi, calzini(!), scatole vuote di medicinali, disegni e lavoretti dei bambini, un paio di giocattoli del fast food, penne che non scrivono più, e altra robaccia inutilizzata.

Come dicevo, fra qualche giorno vi dirò cosa ne ho fatto.



Altri articoli di questa serie:
De-stress, de-clutter!

Se ti è piaciuto questo articolo, leggi gli altri miei post sull'argomento space clearing.

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