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Visualizzazione dei post da maggio, 2008

Non mi fido di te

Uno dei trucchi poco svelati del tenere un blog aggiornato è sicuramente quello di poter postare dall'ufficio. A casa, se si hanno figli, è praticamente impossibile stare davanti ad un monitor acceso senza che qualcuno venga a rubarti il mouse o infili le mani fra le tue mentre batti i tasti. Nella mia azienda è vietato l'uso di Internet per siti che non siano di lavoro. Loggano tutto: pagine visitate, durata, download, ecc. probabilmente ben oltre i limiti della legge, ma a San Marino non c'è nulla di definito in questo senso, mentre in Italia esistono almeno alcune sentenze. Nella mia azienda l'Alta Direzione fa di tutto per confermarci ogni giorno che non si fidano di noi. Come nelle vecchie fabbriche dei film di Charlot, nella mente dei 'padroni' gli 'operai' hanno il solo scopo di fregare l'azienda. Ovviamente all'Alta Direzione non passa nemmeno per l'anticamera del cervello che magari agli operai interessa che l'azienda vada bene

giro, faccio cose, vedo persone

Il primo ed ultimo bel corso che si è tenuto in azienda trattava della comunicazione in pubblico. Il docente fra le altre cose chiedeva ad ogni partecipante di descrivere chi è e di cosa si occupa in azienda. Docente: "Chi sei?" Collega del marketting: "Sono Responsabile Area Marketing e Comunicazione, Coordinatrice e responsabile delle Relazioni coi Partner nel territorio e responsabile delle relazioni Esterne." D: "Benissimo. E in cosa consiste il tuo lavoro?" C: "Faccio delle demo."

Un po' di magia ogni tanto non guasta

Gemadhar si diverte sempre sfottendo le case di cosmesi per i nomi altisonanti che danno ai loro prodotti. L'ultimo con cui se l'è presa era un peeling per il viso che avevo acquistato in offerta in profumeria, quel tipo di offerte che ti porti via a metà prezzo un prodotto che un paio di mesi dopo ritrovi identico nello scopo, ma con scatola, profumazione e colore rinnovati. Il peeling, che sarebbe un sapone liquido per il viso un po' granuloso, si chiama GRAINS DE MAGIE, e in effetti può sembrare un po' pretenzioso, soprattutto se si leggono le meraviglie descritte nel foglietto accluso e si guarda la mia faccia dopo che l'ho usato (nel senso che la faccia è sempre quella). Questa sera Pallina è andata a dormire un po' prima del solito e con meno fatica, così mi sono concessa una bella doccia calda, con un bagno schiuma profumato e, giusto per togliere un po' di smog, i miei modesti e inefficaci grani di magia. Mentre mi rilassavo sotto l'acqua cald
Altro dialogo da ascensore. Pressati come sardine all'uscita dell'una, la collega bionda stangona del settimo ci supera tutti in altezza di buoni dieci centimetri. Collega piaciona: "Ma te che tacchi ti sei messa?" Collega stangona bionda: "E' un nove" (nove centimetri n.d.r) CP: "E poi sei già alta di tuo..." CSB: "Ma li metto solo qui, perché non li reggo per una serata. Qui invece non faccio niente, devo stare solo seduta... se no non li metto mai." Collega che non c'entra niente: "Sono le scarpe da pizza." CSB:(risatina) "Sì, o li metti per andare a mangiare una pizza o in ufficio." CP: "Comunque io così mi sento davvero bassa." Peccato, perché io invece mi sentivo davvero intelligente.

Piscione

Sabato Pallina ha fatto pipì nel vasino e ieri pure. E' una meraviglia lasciarla scorrazzare per casa senza l'ingombro del pannolino, anche se ho dovuto lavare il tappeto BLÄNKA quasi nuovo. Una lavatrice da 7 kg di carico dovrebbe sempre essere inclusa in una lista nascita. Peccato che poi, una volta spogliata della parte inferiore, non ne voglia sapere di essere rivestita e con questo freddino che non lascia spazio alla primavera (o dovrei ormai dire estate?) è un bel problema: ha preso il raffreddore, ma il peggio è che adesso lei sta quasi bene, mentre io e Gemadhar ci rotoliamo nel letto con raffreddore, mal di gola da urlo e indolenzimenti para-influenzali. Questa mattina non faceva particolarmente caldo, qui sul Titano, anche se uscendo di casa non siamo state accolte dal solito scroscio di pioggia dei giorni scorsi. Lo "scroscio dell'asilo", lo chiamo io, giusto per farmi fare quei cinquanta metri che mi separano dall'auto con l'ombrello nella m