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Mental Load: capire cos'è per ridurlo con efficacia

Qualche settimana fa, come ogni lunedì, stavo aprendo l’asse da stiro quando il mio compagno mi rimproverò di non guardare il nostro telefilm preferito insieme a lui. Risposi che lo guardavo, ma nel frattempo avrei stirato e lui, stendendosi sul divano, mi disse che non ero capace di riposarmi : avevo sgobbato fino a quel momento, fra sistemare la roba del calcio, asciugare i capelli del piccolo mentre la cena era sul fuoco, far partire lavatrice, servire cena e sparecchiare, spazzare e risistemare (qui mi aveva aiutato e la lavastoviglie l'aveva riempita lui) adesso avevo il diritto di non fare niente e guardarmi TWD. Beh, che dire, non potrei essere più d'accordo, ma lui non ha mai imparato a stirare e se non lo faccio i panni non entrano nei cassetti. E poi se non lo faccio il lunedì, me li ritrovo al martedì, o al mercoledì, e il mucchio non fa che aumentare. Sembrava quasi offeso dal fatto che non mi sedessi sul divano con lui, ho tentato di spiegargli la facce
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Arrancare

La parola del giorno è arrancare. Mi alzo dal letto arrancando verso la camera del giovane padawan. Svegliarlo dal suono della sua sveglia al terzo snooze, quando il mio unico pensiero è tornare sotto le coperte, richiede uno sforzo sovrumano. Ce la faccio solo perché ci credo. Sono convinta che debba andare a scuola. Se solo per un istante credessi che non gli serve a qualcosa, sono certa che desisterei. Arranco fino alla soffitta dove mi carico del carico della lavatrice, dopo averla ricaricata del carico della sera. Io e lei compagne di carichi infiniti, un loop inarrestabile tra la cesta e il cesto. La lavatrice è la mia migliore amica, non per affinità, ma per destino. E forse perché è la prima cosa che vedo la mattina e l'ultima la sera, che poi è mattina anche quella, il periodo indefinito e segreto fra la mezzanotte e l'alba degli infrasettimanali, dove con i pazzi e gli ubriachi trovi sveglie solo le madri lavoratrici e le lavatrici. Arranco fino alla macchina del caf

Come pulire i vetri delle finestre: i 5 errori da evitare

Come pulire i vetri senza aloni in modo facile e veloce Chiedimi perché abito qui. Ogni anno nei primi giorni d'autunno, puntuale come le tasse e l’inizio della scuola, sul mio profilo personale posto la fotografia di un tramonto con questa frase. Ok boomer, lo so, ma è la verità: l’unico motivo che mi trattiene nella vecchia casa in cui abito sono il panorama e i tramonti. In autunno sono insuperabili, e per fortuna, perché è un mese carico di lavoro extra, in casa e in ufficio - non vi annoierò con i sentimenti contrastanti per l’inizio dell’anno scolastico. Ehi, però questo doveva essere un articolo su come pulire i vetri!  Vengo al punto: la luce gialla dei tramonti autunnali evidenzia senza pietà i mesi di trascuratezza estivi e i weekend passati come lucertole al sole. Questa stagione richiede una bella pulizia delle superfici di casa e soprattutto delle finestre. Il sole si inclina all’orizzonte e la luce di taglio fa risaltare polvere e aloni, vediamo quindi alcuni consigl

Un dollaro americano

Sulla libreria del salotto c’è un vasetto di vetro che contiene una banconota da dollaro. Se guardate bene attraverso il vetro, noterete che è una banconota piuttosto vecchia, usata e stropicciata molte volte da molte mani. Non ho mai pensato di stenderla o stirarla, o metterla tra le pagine di un libro per raddrizzarla un po’. Il giorno che la guadagnai non riuscii a pensare ad altro che al primo centesimo di Paperon De’ Paperoni e la infilai in un barattolo dove la dimenticai per molti anni prima di trasferirmi nuovamente nel mio paese natale e arredare la casa dove ancora abito. A dodici anni mi fu chiesto di decidere se lavorare con mia madre o stare a casa a fare le pulizie. Dodici anni era l’età giusta per fare i lavori da donnina, disse mio padre, e questo poteva anche comprendere essere una commessa nel negozio di mia madre durante i weekend e nei periodi di maggiore flusso turistico. In alternativa avrei potuto pulire casa, cucinare e stirare le camicie di mio padre, che per l

Una volta eri sempre allegra – di cunette, bitume e mezzi in panne

"Una volta eri sempre allegra." E’ un’osservazione che fa male, il non-complimento al quale rispondiamo con frasi fatte: “quando si cresce le cose non sono più così semplici”, “non sono più quello/a di una volta” e il grande classico: “è la vita.” Cominciamo subito: per fortuna non siamo più quelli di una volta!  Crescere è anche la consapevolezza del cambiamento e l’accettazione delle difficoltà della vita, ché la vita non è un percorso che qualcuno ha preparato, predisposto a puntino per noi. Il mondo e la natura non procedono intorno agli esseri umani e questo non è il nostro habitat ideale, al contrario. Il mondo in cui viviamo è avverso alla scimmia nuda, siamo noi che modelliamo e trasformiamo il mondo, la natura e il nostro comportamento per vivere con meno sofferenza possibile - e a volte lo facciamo con decisioni scellerate. Inoltre: la felicità è sempre una scelta . Qualunque cosa accada possiamo sempre cambiare l’atteggiamento con cui lo accogliamo e far buon viso

La fine è il miglior inizio

Settembre è ormai finito e per me è un sollievo: finiranno con esso anche tutte le esortazioni ai buoni propositi di quello che viene definito come il vero inizio dell'anno. Sarò onesta: più che l'entusiasmo per l'inizio di un nuovo ciclo lavorativo, vengo pervasa dalla mailinconia della fine dell'estate, il september blues , e non riesco a ritrovarmi nelle parole dei mille life coach che insieme ai consigli sul migliore orario per fare le flessioni vogliono convincermi ad intraprendere un rituale mattutino che mi sta bene addosso come una tutina in lycra fucsia. La morning routine con me non funziona perché la mia quotidiana routine mattutina è già strapiena di impegni, che il solo pensiero di alzarmi prima per fare qualcos'altro mi inorridisce. E non è che mi alzi tardissimo nemmeno così, da improduttiva . Credo che molte persone si rispecchino nella mia mattinata fatta di lavatrici, pulizie, merende da mettere nello zaino, corse a scuola, spesa, letti da fare, s

La rotazione dei giocattoli per una cameretta sempre in ordine

Sembra che bambini e ragazzi si divertano a lasciare in giro i loro giochi più ancora dello stesso giocare, e non c'è nulla che possa fermarli. Perché non riescono a metter in ordine dopo che hanno finito di usarli? Ognuno di noi conosce la frustrazione dei weekend dedicati al rirdino dei giocattoli. Maratone di 48 ore in cui ci si ritrova sole in una stanza non tua, in ginocchio sui Lego che trafiggono le rotule, mentre i piccoli farabutti giocano in un angolo con le macchinine che henno promesso di riordinare. Ma anche quando sono collaborativi e si finisce in poco tempo, l'ordine conquistato dura ancora meno. Entro sera la stanza tornerà quella di prima. Il declutter è una soluzione solo se si propone di disfarsi degli oggetti invece di infilarli in qualche scatola con cui riempire tutto lo spazio, ma per i ragazzi sarà sempre diffcile liberarsi dei loro giochi e troveranno quasi tutto assolutamente non eliminabile. Come biasimarli? La fase di eliminazione è e

Le parole non sono pietre

"Sei una str**a! Te non capisci mai niente! Ti odio!" Sbatte la porta e si chiude per ore in camera sua. Magari non scende nemmeno per cena. O lasciarla senza cena è l'unica soluzione che tenti per farle aprire quella dannata porta, mentre pensi ai mille modi in cui fargliela pagare. Toglierle il telefono per una settimana. Non farla uscire per un mese. Fare la lavastoviglie da qui all'eternità. Sai che non servirà a nulla. Certo non migliorerà la situazione. Non accorcerà la distanza. Le parole non sono pietre, ma fanno male. I genitori di un adolescente vivono quasi ogni giorno scenari come questo e tante volte con parole più dure e crudeli di quelle che ho scritto. Non è raro sentire frasi del genere anche da ragazzi più piccoli. Oggi i bambini entrano in contatto con le emozioni adulte molto prima di quanto è accaduto a noi, perciò capita di essere davvero impreparati a rispondere . Quelle frasi crudeli, parole maleducate e rozze, insulti e