Sabato Pallina ha fatto pipì nel vasino e ieri pure. E' una meraviglia lasciarla scorrazzare per casa senza l'ingombro del pannolino, anche se ho dovuto lavare il tappeto BLÄNKA quasi nuovo. Una lavatrice da 7 kg di carico dovrebbe sempre essere inclusa in una lista nascita.
Peccato che poi, una volta spogliata della parte inferiore, non ne voglia sapere di essere rivestita e con questo freddino che non lascia spazio alla primavera (o dovrei ormai dire estate?) è un bel problema: ha preso il raffreddore, ma il peggio è che adesso lei sta quasi bene, mentre io e Gemadhar ci rotoliamo nel letto con raffreddore, mal di gola da urlo e indolenzimenti para-influenzali.
Questa mattina non faceva particolarmente caldo, qui sul Titano, anche se uscendo di casa non siamo state accolte dal solito scroscio di pioggia dei giorni scorsi. Lo "scroscio dell'asilo", lo chiamo io, giusto per farmi fare quei cinquanta metri che mi separano dall'auto con l'ombrello nella mano sinistra, Pallina sullo stesso braccio e la borsina del cambio nella destra che poi infilo nel gancio dell'ombrello appena trovo le chiavi immancabilmente infilate nella tasca sbagliata.
Stamattina c'era un velo di nubi e un bel vento freddo, impossibile lasciare a casa il golfino, e poi col mal di gola che mi ritrovo portavo anche un foulard nero e lamè che ha più o meno la mia età (bella storia: portato in dono a mia madre da un paio di viaggiatori turchi negli anni settanta ecc.) Ad aspettare l'ascensore dell'uffico, stramaledetta causa di ogni mio ritardo, c'è la collega scosciatona del marketting. Giacchettino bianco Dolce&Banana, pancia nuda, gonna al ginocchio svolazzante di voile di cotone, decollete tacco 9 in vernice nera, niente calze e abbronzatura precoce. Una di quelle che il capo dei sistemi definisce "piscione" perché si riempiono di complimenti e, dice lui, si pisciano addosso dalla contentezza. Che ci volete fare, quelli dei sitemi son gente rude, abituata a tener le teste sotto le scrivanie e infilare spinotti dappertutto... Comunque io non resisto e dò la battuta:
"Te giri senza calze, ma io ho un mal di gola del diavolo..."
"Hai ragione, è che sono appena tornata dal Messico e mi aspettavo che adesso fosse caldo..."
"E invece è ancora freddo."
"Ah, ma va a finire che mi ammalo anche io..."
Non so se avesse davvero paura di ammalarsi, sicuramente aveva una voglia matta di farmi sapere che è stata in Messico.
Peccato che poi, una volta spogliata della parte inferiore, non ne voglia sapere di essere rivestita e con questo freddino che non lascia spazio alla primavera (o dovrei ormai dire estate?) è un bel problema: ha preso il raffreddore, ma il peggio è che adesso lei sta quasi bene, mentre io e Gemadhar ci rotoliamo nel letto con raffreddore, mal di gola da urlo e indolenzimenti para-influenzali.
Questa mattina non faceva particolarmente caldo, qui sul Titano, anche se uscendo di casa non siamo state accolte dal solito scroscio di pioggia dei giorni scorsi. Lo "scroscio dell'asilo", lo chiamo io, giusto per farmi fare quei cinquanta metri che mi separano dall'auto con l'ombrello nella mano sinistra, Pallina sullo stesso braccio e la borsina del cambio nella destra che poi infilo nel gancio dell'ombrello appena trovo le chiavi immancabilmente infilate nella tasca sbagliata.
Stamattina c'era un velo di nubi e un bel vento freddo, impossibile lasciare a casa il golfino, e poi col mal di gola che mi ritrovo portavo anche un foulard nero e lamè che ha più o meno la mia età (bella storia: portato in dono a mia madre da un paio di viaggiatori turchi negli anni settanta ecc.) Ad aspettare l'ascensore dell'uffico, stramaledetta causa di ogni mio ritardo, c'è la collega scosciatona del marketting. Giacchettino bianco Dolce&Banana, pancia nuda, gonna al ginocchio svolazzante di voile di cotone, decollete tacco 9 in vernice nera, niente calze e abbronzatura precoce. Una di quelle che il capo dei sistemi definisce "piscione" perché si riempiono di complimenti e, dice lui, si pisciano addosso dalla contentezza. Che ci volete fare, quelli dei sitemi son gente rude, abituata a tener le teste sotto le scrivanie e infilare spinotti dappertutto... Comunque io non resisto e dò la battuta:
"Te giri senza calze, ma io ho un mal di gola del diavolo..."
"Hai ragione, è che sono appena tornata dal Messico e mi aspettavo che adesso fosse caldo..."
"E invece è ancora freddo."
"Ah, ma va a finire che mi ammalo anche io..."
Non so se avesse davvero paura di ammalarsi, sicuramente aveva una voglia matta di farmi sapere che è stata in Messico.
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