Ieri mi è venuto un ponfo sul mento. Ponfo, mostro, bugno, brufolo, fate voi. Quel tipo di eruzione cutanea che da ragazza mi avrebbe sicuramente fatto rinunciare ad un brillante sabato sera. Un'innegabile vantaggio della maturità: niente più brillanti sabati sera cui rinuciare.
Il ponfo, però, mi ha costretto a due cose che detesto.
Cosa numero uno: truccarmi.
Cosa numero due: struccarmi.
A proosito della cosa numero uno, il novantanove percento delle persone che ho incontrato mi hanno detto che ero in gran forma. E' la classica osservazione acida travestita da complimento. Nessuno ha avuto la faccia tosta di dirmi che truccata sto meglio. Tranne mia madre, ovviamente, la quale ha anche aggiunto che dovrei sforzarmi di farlo ogni mattina. Almeno ha capito che è uno sforzo.
Alla sera, dopo aver addormentato Pallina, vado a lavarmi i denti e un altro po' mi spavento davanti al mio riflesso: il mascara si è trasformato in un bel paio di occhiaie posticce. Mi ero scordata del macchiage obbligato della mattina e sono stata costretta alla cosa numero due.
Ci sono una sequenza di cose che scordo ogni volta che mi levo il trucco. Ad esempio mai e poi mai che mi ricordi di levare prima le lenti. Mi spalmo di latte detergente e quando, con le mani completamente impiastricciate, cerco di estrarre il dischetto dal sacchetto (i miei dischetti non vengon giu da soli, nossignore, devi salire su nel tubo di nylon per prenderli, i riottosi), mi rendo conto che il latte detergente mi è entrato negli occhi. Passo i dischetti levatrucco mezza cieca, troppo in fretta per fare un buon lavoro, un dischetto, due dischetti, tre... ma a voi quanti dischetti servono? Io non ce la faccio mai con meno di quattro. Poi con gli occhi brucianti, guardando attraverso un velo di nebbia, mi lavo le mani per togliere finalmente le lenti a contatto.
Solo che con la pelle unta di latte detergente le lenti non vengono via mai al primo tentativo, e neanche al secondo, se è per questo. Dopo molti inutili tentativi a vuoto mi costringo a sciacquarmi viso e mani con la saponetta del maschio di casa, che sgrassa anche le catene delle bici, e con la pelle arrossata che fa il rumore dei piatti dello svelto riesco finalmente e togliermi le lenti a contatto e a vederci chiaro (si fa per dire). A quel punto mi chiedo sempre chi me lo faccia fare di struccarmi col latte detergente, potrei usare direttamente la pasta mani di mio cugino muratore.
Con la faccia che tira come carta velina apro il tubetto di crema nutriente e la passo alla cieca sul viso, prima di uscire dal bagno arranco verso il portaocchiali, quasi impossibile da aprire con le mani unte, inforco gli occhiali che a quel punto hanno un paio di ditate che neanche CSI, e finalmente vado in salotto, a godermi un bel film stravaccata sul divano col mio maritino.
Mi avvicino languida, cerco di evitargli il contatto con i miei piedi, consapevole che sono ormai gelati come cornetti, appoggio la gota sul suo petto e resto lì, in attesa di un bacio.
E lui se ne esce sempre con una cosa del tipo: "Va via vala, che sei unta come una cotoletta. "
Il ponfo, però, mi ha costretto a due cose che detesto.
Cosa numero uno: truccarmi.
Cosa numero due: struccarmi.
A proosito della cosa numero uno, il novantanove percento delle persone che ho incontrato mi hanno detto che ero in gran forma. E' la classica osservazione acida travestita da complimento. Nessuno ha avuto la faccia tosta di dirmi che truccata sto meglio. Tranne mia madre, ovviamente, la quale ha anche aggiunto che dovrei sforzarmi di farlo ogni mattina. Almeno ha capito che è uno sforzo.
Alla sera, dopo aver addormentato Pallina, vado a lavarmi i denti e un altro po' mi spavento davanti al mio riflesso: il mascara si è trasformato in un bel paio di occhiaie posticce. Mi ero scordata del macchiage obbligato della mattina e sono stata costretta alla cosa numero due.
Ci sono una sequenza di cose che scordo ogni volta che mi levo il trucco. Ad esempio mai e poi mai che mi ricordi di levare prima le lenti. Mi spalmo di latte detergente e quando, con le mani completamente impiastricciate, cerco di estrarre il dischetto dal sacchetto (i miei dischetti non vengon giu da soli, nossignore, devi salire su nel tubo di nylon per prenderli, i riottosi), mi rendo conto che il latte detergente mi è entrato negli occhi. Passo i dischetti levatrucco mezza cieca, troppo in fretta per fare un buon lavoro, un dischetto, due dischetti, tre... ma a voi quanti dischetti servono? Io non ce la faccio mai con meno di quattro. Poi con gli occhi brucianti, guardando attraverso un velo di nebbia, mi lavo le mani per togliere finalmente le lenti a contatto.
Solo che con la pelle unta di latte detergente le lenti non vengono via mai al primo tentativo, e neanche al secondo, se è per questo. Dopo molti inutili tentativi a vuoto mi costringo a sciacquarmi viso e mani con la saponetta del maschio di casa, che sgrassa anche le catene delle bici, e con la pelle arrossata che fa il rumore dei piatti dello svelto riesco finalmente e togliermi le lenti a contatto e a vederci chiaro (si fa per dire). A quel punto mi chiedo sempre chi me lo faccia fare di struccarmi col latte detergente, potrei usare direttamente la pasta mani di mio cugino muratore.
Con la faccia che tira come carta velina apro il tubetto di crema nutriente e la passo alla cieca sul viso, prima di uscire dal bagno arranco verso il portaocchiali, quasi impossibile da aprire con le mani unte, inforco gli occhiali che a quel punto hanno un paio di ditate che neanche CSI, e finalmente vado in salotto, a godermi un bel film stravaccata sul divano col mio maritino.
Mi avvicino languida, cerco di evitargli il contatto con i miei piedi, consapevole che sono ormai gelati come cornetti, appoggio la gota sul suo petto e resto lì, in attesa di un bacio.
E lui se ne esce sempre con una cosa del tipo: "Va via vala, che sei unta come una cotoletta. "
Io ormai ho il trucco occhi automatico: matita sopra e sotto, se mi gira eye-liner sopra, mascara. Metto tutto non waterproof, così con una sciacquata di faccia se ne va. Fondotinta, cipria, correttori, ecc., invece, non li uso da anni, da ben prima di conoscere Mignolo: mi soffocano la pelle, è più forte di me.
RispondiEliminaE cmq il lucidalabbra non lo uso più da quando sto con Mignolo... ;-)
Eh, ma anche matita-mascara è un bel lavoro da tirar via!
RispondiEliminaA me basta una lavata di faccia. Al massimo, se mi è venuto lo sghiribizzo di mettere l'eye-liner, una salviettina di Amelia elimina gli aloni nerastri.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, l'unico accorgimento è che non siano waterproof. Sennò manco con l'acido muriatico... ;-)