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congedo

Ci siamo. Oggi è l'ultimo giorno di lavoro prima della maternità.
E' una specie di trasloco, starò via per qualche mese, ho impacchettato tutti gli effetti personali sparsi sulla scrivania: l'orsacchiotto dello STIC, il cestino Keroppi, il calendario con gli appuntamenti personali, che se non ce l'ho davanti gli occhi mi scordo tutto. Poi ho fatto un fascio degli appunti che son qui dal 2003 e l'ho infilato in borsa: la roba che mi son portata da Bologna, quelle cose che ti servono appena cominci a lavorare, poi sai già tutto da esperienza. Non potevo lasciarle qui in balia: chissà cosa succederà alla mia scrivania. La cassettiera adesso è riempita a metà solo dalla cancelleria aziendale e con la documentazione del progetto, se la smarriscono, sono affari loro, io me ne occuperò casomai nel 2007...
Mi fa sempre senso questa sensazione di partenza. La subisco fin dagli anni dell'università, con tutte quelle partenze del week end, traslochi di camere e appartamenti, cambi di uffici e di lavori. A quei tempi mi aiutavo con della musica consolante, un brano di Loreena McKennitt, adesso in questo open space è vietato anche respirare.
Arriverò a sera a forza di debug, poi mollerò la papella a chi resta.
Saluti carissimi.

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