Scandinavia #5 I treni norvegesi sono sempre puntuali e per quel poco che li abbiamo usati tra un volo e l'altro, sono anche piuttosto belli (lussuosi se paragonati a quelli italiani). Un'escursione molto panoramica che si può fare è quella organizzata dalle ferrovie norvegesi chiamata Norway in a Nutshell. L'itinerario che da Bergen porta a Oslo passando per la stazioncina di Flåm è sicuramente spettacolare per quanto riguarda fiordi e cascate.
Siamo partiti da Bergen al mattino alla volta di Voss. Questa prima parte del viaggio viene fatta su un normale treno regionale che costeggia un tratto di uno dei tanti fiordi nei dintorni della città mercantile più famosa della Norvegia. In quella prima ora di viaggio abbiamo usato un po' di fantasia per immaginare il fiordo con un clima più favorevole, infatti una pioggerellina fitta ingrigiva i versanti del fiordo e appannava i finestrini del treno quando uscivamo dalle decine di gallerie che attraversano le montagne a ridosso del mare.
Nella cittadina di Voss un autobus era in attesa del nostro arrivo e un simpaticissimo autista dalle gote rosse ci ha portati fino al porto di Gudavengen, in una punta del fiordo. La parte di escursione in pullmann è stata forse quella più spettacolare. Inizialmente la strada pianeggiante si infila tra i versanti delle montagne in un tratto piuttosto ampio con una bella vista delle pareti ricoperte di alberi dove di tanto in tanto compaiono sottili cascatelle. Dopo qualche minuto di viaggio si inizia a salire alla volta di un albergo che vanta la più spettacolare vista sulla valle. I gestori sono ben lieti di farvi attraversare il bar e i negozietti di souvenir nel salone dell'albergo per farvi raggiungere la terrazza panoramica, unico punto della montagna da dove poter vedere la valle nella sua grandezza. Tutto molto bello, se non ci si lascia tentare dai ricordini, che potrebbero farvi sprecare tempo prezioso. "We leave at 11.15, with you or without you!" vi ricorderà l'autista. Meglio usare il quarto d'ora disponibile per fare fotografie e usare i discreti bagni (gratuiti) dell'albergo.
Già perché ho dimenticato di dire che in Norvegia non solo i prezzi sono più alti, ma si paga praticamente per tutto, bagni compresi. A meno che non si vada in un museo, ma con i prezzi dei biglietti, si è pagato comunque, perciò bisogna approfittarne sempre!
La discesa dall'albergo verso il porticciolo sul fiordo è stata molto emozionante (per quanto possa essere emozionante un viaggio in pullmann). Una quindiicna di curve a raggio minimo in cui solo le ruote dell'autobus restavano sull'asfalto mentre il muso sbordava decisamente sull'orrido. Ai lati delle fantastiche cascate, così vicine che le fotografie sono veenute benissimo, anche grazie all'autista che praticamente si fermava per farci ammirare la vista. Un paio di volte si è reso necessario far arretrare i mezzi provenienti dal verso opposto anche di diversi metri per consentire al bus granturismo (!) di avanzare in una strada single track che da i brividi farla anche solo in automobile. La pendenza della strada era impressionante, 18% di media, con punte del 25%, direi che il pullmann aveva buoni freni!
A Gudavengen abbiamo preso il traghetto per percorrere i due bracci orientali del fiordo. La traversata sarebbe stata decisamente migliore con il sole, ma i panorami erano lo stesso molto belli, anche con la leggera pioggerellina che bagnava i passeggeri che coraggiosamente(?) avevano occupato i posti sul tetto all'aperto. La cosa più simpatica è stato osservare gli uccelli marini che mangiavano praticamente dalle mani dei turisti, volando ai lati dell'imbarcazione. La cosa più antipatica è stato assistere alle foto ricordo delle decide di giapponesi che viaggiavano con noi (è vero: si fanno fare le foto con l'indice e il medio in su tipo segno di vittoria!). Dopo due ore e mezzo di traghetto non ne potevamo più di fiordi, gabbiani e turisti.
Siamo arrivati a Flåm che era ormai ora di pranzo. In quella minuscola cittadina che ha ragione d'essere solo per la storica stazione ferroviaria ci siamo fermati per quasi tre ora, in attesa del nostro treno. Eravamo un po' preoccupati per il fatto che avevamo appena visto partire la Flåmsbana (questo il nome del trenino) con una marea di passeggeri, molti dei quali in piedi, ma ci consolava il fatto che forse non molti avevano scelto il tour per arrivare fino ad Oslo... i nostri sospetti erano confermati da un paio di amici che abbiamo conosciuto proprio nei pressi della ferrovia: avevano optato per un round-trip e stavano preparandosi una piatto di pasta liofilizzata con l'ultima busta di prodotti da campeggio acquistata in Italia prima di tornare a Bergen. Da quel momento anche loro si sarebbero confrontati con la cucina norvegese! Pochi minuti dopo l'incontro coi due campeggiatori, sono andata in stazione a cercare i bagni, mentre il mio compagno socializzava coi due simpaticissimi bergamaschi. Al mio ritorno se ne erano già andati, seppi più tardi che anche loro avevano scelto di visitare le isole Lofoten. Non ci eravamo presentati e poiché uno di loro aveva davvero l'aspetto di un autoctono, li soprannominai i vichinghi di Bergamo.I bagni della stazione di Flåm sono a pagamento. Non è che io sia scocciata dal fatto di dover pagare per un servizio, ma di solito la probabilità di avere in tasca gli spiccioli necessari è inversamente proporzionale a quanto mi scappa (la legge di Murphy sulla pipì). Fortunatamente a Flåm le donne si erano organizzate in modo che chi usciva dal bagno teneva la porta aperta fino a che la successiva della fila non era entrata...
Il trenino verde di Flåm , la ferrovia più famosa della norvegia, è partito in orario verso la sua meta montana. Il tragitto si snoda su 20 km di rotaie che girano sus e stesse arrotolando il treno nelle gallerie così da farli salire gli 865 m di dislivello anche senza pneumatici. E' definito una meraviglia dell'ingegneria, a Flåm ci fanno un sacco di soldi con i turisti. In effetti il paesaggio è carino, ma non tanto quanto quello visto scendendo verso Gudavengen. Una parola va spesa per la cascata del Kjonfosse, senz'altro una cascata dalla portata notevole, molto suggestiva e decisamente impressionante, visto che gli spruzzi arrivano fin dentro i vagoni. Il trenino si ferma in corrispondenza di una piattaforma di legno in corrispondenza della vista migliore della cascata con il solo scopo di far scattare le fotografie ai viaggiatori. La sorpresa un po' kitch che attende i turisti è una donna vestita di rosso con lunghi capelli castani che cammina sulle acque del Kjonfosse sulle note di una melodia celtica. il suo nome è Huldra e deve aver qualcosa a che fare con la mitologia del luogo, nelle piccole stazioni della Flåmsbana saranno lieti di vendervi il cd con l'effige della comparsa chiomata. Troverete anche una deliziosa cartolina con due controfigure di Huldra a riposo sul panorama del Kjonfosse!
Il piccolo treno arriva nella stazione di Myrdal dove passano i treni a prenotazione che collegano Bergen ad Oslo. Myrdal non ha null'altro che la stazione, dove si possono gustare dei boller e dei waffles in attesa che arrivi il treno.
Il viaggio verso Oslo va menzionato per i dislivelli che si attraversano: da 865m slm a 0 e poi a 1222, attraverso un altopiano roccioso costellato da laghi trasparentissimi e ghiacciai in lontananza. Si arriva stanchissimi a Oslo, al livello del mare, e si ha la sensazione di aver vissuto una bella avventura.
Nel breve tempo passato a Myrdal e nelle quattro ore abbonanti di viaggio verso Oslo ho avuto il tempo per riflettere sulla grande perdita che abbiamo avuto quando a San Marino si è deciso di eliminare la ferrovia che congiungeva Rimini alla capitale sul Titano. Ho un libricino sull'argomento, con tanto di percorsi, dislivelli e gallerie ritorte e vi assicuro che la Flåmsbana non ha nulla da invidiare al trenino biancoazzurro. Se non il fatto che ancora esiste.
Siamo partiti da Bergen al mattino alla volta di Voss. Questa prima parte del viaggio viene fatta su un normale treno regionale che costeggia un tratto di uno dei tanti fiordi nei dintorni della città mercantile più famosa della Norvegia. In quella prima ora di viaggio abbiamo usato un po' di fantasia per immaginare il fiordo con un clima più favorevole, infatti una pioggerellina fitta ingrigiva i versanti del fiordo e appannava i finestrini del treno quando uscivamo dalle decine di gallerie che attraversano le montagne a ridosso del mare.
Nella cittadina di Voss un autobus era in attesa del nostro arrivo e un simpaticissimo autista dalle gote rosse ci ha portati fino al porto di Gudavengen, in una punta del fiordo. La parte di escursione in pullmann è stata forse quella più spettacolare. Inizialmente la strada pianeggiante si infila tra i versanti delle montagne in un tratto piuttosto ampio con una bella vista delle pareti ricoperte di alberi dove di tanto in tanto compaiono sottili cascatelle. Dopo qualche minuto di viaggio si inizia a salire alla volta di un albergo che vanta la più spettacolare vista sulla valle. I gestori sono ben lieti di farvi attraversare il bar e i negozietti di souvenir nel salone dell'albergo per farvi raggiungere la terrazza panoramica, unico punto della montagna da dove poter vedere la valle nella sua grandezza. Tutto molto bello, se non ci si lascia tentare dai ricordini, che potrebbero farvi sprecare tempo prezioso. "We leave at 11.15, with you or without you!" vi ricorderà l'autista. Meglio usare il quarto d'ora disponibile per fare fotografie e usare i discreti bagni (gratuiti) dell'albergo.
Già perché ho dimenticato di dire che in Norvegia non solo i prezzi sono più alti, ma si paga praticamente per tutto, bagni compresi. A meno che non si vada in un museo, ma con i prezzi dei biglietti, si è pagato comunque, perciò bisogna approfittarne sempre!
La discesa dall'albergo verso il porticciolo sul fiordo è stata molto emozionante (per quanto possa essere emozionante un viaggio in pullmann). Una quindiicna di curve a raggio minimo in cui solo le ruote dell'autobus restavano sull'asfalto mentre il muso sbordava decisamente sull'orrido. Ai lati delle fantastiche cascate, così vicine che le fotografie sono veenute benissimo, anche grazie all'autista che praticamente si fermava per farci ammirare la vista. Un paio di volte si è reso necessario far arretrare i mezzi provenienti dal verso opposto anche di diversi metri per consentire al bus granturismo (!) di avanzare in una strada single track che da i brividi farla anche solo in automobile. La pendenza della strada era impressionante, 18% di media, con punte del 25%, direi che il pullmann aveva buoni freni!
A Gudavengen abbiamo preso il traghetto per percorrere i due bracci orientali del fiordo. La traversata sarebbe stata decisamente migliore con il sole, ma i panorami erano lo stesso molto belli, anche con la leggera pioggerellina che bagnava i passeggeri che coraggiosamente(?) avevano occupato i posti sul tetto all'aperto. La cosa più simpatica è stato osservare gli uccelli marini che mangiavano praticamente dalle mani dei turisti, volando ai lati dell'imbarcazione. La cosa più antipatica è stato assistere alle foto ricordo delle decide di giapponesi che viaggiavano con noi (è vero: si fanno fare le foto con l'indice e il medio in su tipo segno di vittoria!). Dopo due ore e mezzo di traghetto non ne potevamo più di fiordi, gabbiani e turisti.
Siamo arrivati a Flåm che era ormai ora di pranzo. In quella minuscola cittadina che ha ragione d'essere solo per la storica stazione ferroviaria ci siamo fermati per quasi tre ora, in attesa del nostro treno. Eravamo un po' preoccupati per il fatto che avevamo appena visto partire la Flåmsbana (questo il nome del trenino) con una marea di passeggeri, molti dei quali in piedi, ma ci consolava il fatto che forse non molti avevano scelto il tour per arrivare fino ad Oslo... i nostri sospetti erano confermati da un paio di amici che abbiamo conosciuto proprio nei pressi della ferrovia: avevano optato per un round-trip e stavano preparandosi una piatto di pasta liofilizzata con l'ultima busta di prodotti da campeggio acquistata in Italia prima di tornare a Bergen. Da quel momento anche loro si sarebbero confrontati con la cucina norvegese! Pochi minuti dopo l'incontro coi due campeggiatori, sono andata in stazione a cercare i bagni, mentre il mio compagno socializzava coi due simpaticissimi bergamaschi. Al mio ritorno se ne erano già andati, seppi più tardi che anche loro avevano scelto di visitare le isole Lofoten. Non ci eravamo presentati e poiché uno di loro aveva davvero l'aspetto di un autoctono, li soprannominai i vichinghi di Bergamo.I bagni della stazione di Flåm sono a pagamento. Non è che io sia scocciata dal fatto di dover pagare per un servizio, ma di solito la probabilità di avere in tasca gli spiccioli necessari è inversamente proporzionale a quanto mi scappa (la legge di Murphy sulla pipì). Fortunatamente a Flåm le donne si erano organizzate in modo che chi usciva dal bagno teneva la porta aperta fino a che la successiva della fila non era entrata...
Il trenino verde di Flåm , la ferrovia più famosa della norvegia, è partito in orario verso la sua meta montana. Il tragitto si snoda su 20 km di rotaie che girano sus e stesse arrotolando il treno nelle gallerie così da farli salire gli 865 m di dislivello anche senza pneumatici. E' definito una meraviglia dell'ingegneria, a Flåm ci fanno un sacco di soldi con i turisti. In effetti il paesaggio è carino, ma non tanto quanto quello visto scendendo verso Gudavengen. Una parola va spesa per la cascata del Kjonfosse, senz'altro una cascata dalla portata notevole, molto suggestiva e decisamente impressionante, visto che gli spruzzi arrivano fin dentro i vagoni. Il trenino si ferma in corrispondenza di una piattaforma di legno in corrispondenza della vista migliore della cascata con il solo scopo di far scattare le fotografie ai viaggiatori. La sorpresa un po' kitch che attende i turisti è una donna vestita di rosso con lunghi capelli castani che cammina sulle acque del Kjonfosse sulle note di una melodia celtica. il suo nome è Huldra e deve aver qualcosa a che fare con la mitologia del luogo, nelle piccole stazioni della Flåmsbana saranno lieti di vendervi il cd con l'effige della comparsa chiomata. Troverete anche una deliziosa cartolina con due controfigure di Huldra a riposo sul panorama del Kjonfosse!
Il piccolo treno arriva nella stazione di Myrdal dove passano i treni a prenotazione che collegano Bergen ad Oslo. Myrdal non ha null'altro che la stazione, dove si possono gustare dei boller e dei waffles in attesa che arrivi il treno.
Il viaggio verso Oslo va menzionato per i dislivelli che si attraversano: da 865m slm a 0 e poi a 1222, attraverso un altopiano roccioso costellato da laghi trasparentissimi e ghiacciai in lontananza. Si arriva stanchissimi a Oslo, al livello del mare, e si ha la sensazione di aver vissuto una bella avventura.
Nel breve tempo passato a Myrdal e nelle quattro ore abbonanti di viaggio verso Oslo ho avuto il tempo per riflettere sulla grande perdita che abbiamo avuto quando a San Marino si è deciso di eliminare la ferrovia che congiungeva Rimini alla capitale sul Titano. Ho un libricino sull'argomento, con tanto di percorsi, dislivelli e gallerie ritorte e vi assicuro che la Flåmsbana non ha nulla da invidiare al trenino biancoazzurro. Se non il fatto che ancora esiste.
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